Leggere, per il vero lettore, non è tradurre un'altra lingua nella sua?— Robert Sabatier
Leggere, per il vero lettore, non è tradurre un'altra lingua nella sua?
Il bene che si dirà di noi dopo la nostra morte ci consolerà del male che si sarebbe detto della nostra vita se fosse durata troppo a lungo.
I fallimenti altrui sembrano esistere solamente per farci credere al nostro successo.
Il razzismo è un modo di delegare ad altri il disgusto che abbiamo di noi stessi.
Un amico è colui per cui noi faremmo ciò che non faremmo per niente al mondo.
Se Dio fosse visibile, l'ateismo diventerebbe una fede.
La lettura per l'arte dello scrivere è come l'esperienza per l'arte di viver nel mondo, e di conoscer gli uomini e le cose.
Il tempo è tanto prezioso che andrebbe impiegato soltanto per leggere il meglio. Ma poiché per individuarlo occorrerebbe leggere tutto, è meglio non leggere.
Leggiamo per assaggiare la mediocrità e sentirci una schifezza; è un'esperienza che ci aiuta a riconoscere l'orrore quando comincia ad affiorare nel nostro lavoro, e a starne alla larga. Leggiamo anche per misurarci con la grandezza e il talento, per farci un'idea di tutto ciò che si può fare.
Quando leggi, cerca sempre di stare nella migliore compagnia.
I lettori sono personaggi immaginari creati dalla fantasia degli scrittori.
Perché una volta che il male di leggere si è impadronito dell'organismo, lo indebolisce tanto da farne facile preda dell'altro flagello, che si annida nel calamaio e che suppura nella penna.
Non è un vero lettore, non è un philosophe lisant, colui che non ha mai provato il fascino accusatore dei grandi scaffali pieni di libri non letti.
Il solo modo serio di leggere è rileggere.
Nella lettura solitaria, l'uomo che cerca sé stesso ha qualche possibilità di trovarsi.
L'arte di non leggere è assai importante. Essa consiste nel non prendere in mano quello che in ogni momento occupa immediatamente la maggior parte del pubblico.