Il pensiero è il seme dell'azione.
L'inglese è, fra tutti gli uomini, quello che sta in piedi più saldo nei suoi calzari.
Nella vita abbiamo soprattutto bisogno di una persona che ci costringa a realizzare ciò di cui siamo capaci. Questo è il ruolo dell'amicizia.
Per essere grandi bisogna essere fraintesi.
Sii caritatevole quanto il sole o il mare, ma se i tuoi diritti come essere razionale sono usurpati, muori sul primo centimetro del tuo territorio.
A rigore, non esiste la storia; solo la biografia.
I pensieri, in genere, sono peggiori di noi stessi.
Se non si può pensare completamente un pensiero, a uno pare di perdere una parte del suo io, anzi quasi, come se fosse intimamente legato in qualche posto e se ne fosse tentato invano di liberare. Ogni pensiero è un possesso che bisogna conquistare all'universo, alla potenza che lo tiene stretto.
Non divagare, ma in ogni impulso ad agire compi ciò che è giusto e in ogni pensiero serba intatta la tua facoltà percettiva.
Un pensiero colma l'immensità.
Talvolta un pensiero mi annebbia l'Io: sono pazzi gli altri, o sono pazzo io?
Qual è il pensiero più intollerabile: quello dei venti anni che non si hanno più o quello dei venti anni che si avranno in più?
Il pensiero cerca il travestimento dell'arguzia perché in tal modo si raccomanda alla nostra attenzione, può sembrarci più significativo, più valido, ma soprattutto perché questa veste corrompe e disorienta la critica.
Anche i pensieri talvolta cadono immaturi dall'albero.
Il primo dovere di ogni pensiero è quello di affrontare il groviglio di valori e disvalori di cui s'intesse, nella sua grandezza e nel suo cinismo, la storia. La semplificazione ottiene l'effetto opposto.
Un pensiero corretto a priori sarebbe quello la cui possibilità ne condizionasse la verità.