Il mio prossimo per me è me stesso.
Un inganno tira l'altro.
I litigi tra gli innamorati completano l'amore.
Ciò che reca la sorte lo sopporteremo con animo forte.
È da saggi provare tutte le vie prima di arrivare alle armi.
Chi si propone l'amore del prossimo senza l'amore a Dio, cerca se stesso.
Che se il me è odioso, amare il proprio prossimo come se stessi diviene un'atroce ironia.
Il cielo dove Dio abita è il povero, il prossimo. L'altro è il cielo di Dio. Dio siede alla destra di ciascuno di noi.
Il prossimo comincia da sé stessi!
È vero che bisogna amare il prossimo, ma nell'esempio che Cristo dà per illustrare questo comandamento il prossimo è un essere nudo e sanguinante, svenuto sulla strada e di cui non si sa niente. Si tratta di un amore del tutto anonimo, e per ciò stesso universale.
Il vostro amore del prossimo è il vostro cattivo amore per voi stessi. Voi fuggite verso il prossimo fuggendo voi stessi, e di ciò vorreste fare una virtù.
Uno va dal prossimo perché cerca se stesso, un altro, perché vorrebbe perdere se stesso.
Chi va dal prossimo, perché cerca se stesso, e chi, perché vorrebbe perdersi. Il vostro cattivo amore di voi stessi vi trasforma la solitudine in un carcere.
È dal prossimo che ci vengono la vita e la morte. Perché se guadagniamo il fratello, è Dio che guadagniamo; e se scandalizziamo il fratello è contro Cristo che pecchiamo.