Il mio prossimo per me è me stesso.
Quando la mente è presa dal dubbio viene spinta qua e là da un impulso leggerissimo.
Tu l'hai impastato, tu lo devi mangiare tutto.
Ciò che reca la sorte lo sopporteremo con animo forte.
Un inganno tira l'altro.
È un grave errore supporre che il dominio che si stabilisce sugli uomini con la forza sia più gradevole e duraturo, di quello che si basa sull'amore.
Chi ama il prossimo suo come sé stesso, o non conosce abbastanza il prossimo o non ama abbastanza se stesso.
Il prossimo è facile odiarlo se sei forte amalo che a fare stragi siamo tutti Capaci.
Chi è il nostro prossimo? Colui che è vicino a noi, ma che non abbiamo ancora mai notato, che aspetta da noi il gesto di fiducia, di stima, di amicizia.
Chi va dal prossimo, perché cerca se stesso, e chi, perché vorrebbe perdersi. Il vostro cattivo amore di voi stessi vi trasforma la solitudine in un carcere.
Il nostro prossimo non è il nostro vicino, ma il vicino del vicino. Così pensa ogni popolo.
Prossimo: uno che ci è stato imposto di amare come noi stessi e che fa di tutto per farci disubbidire.
È vero che bisogna amare il prossimo, ma nell'esempio che Cristo dà per illustrare questo comandamento il prossimo è un essere nudo e sanguinante, svenuto sulla strada e di cui non si sa niente. Si tratta di un amore del tutto anonimo, e per ciò stesso universale.
Se l'io è detestabile, amare il prossimo come se stessi diventa un'atroce ironia.
È dal prossimo che ci vengono la vita e la morte. Perché se guadagniamo il fratello, è Dio che guadagniamo; e se scandalizziamo il fratello è contro Cristo che pecchiamo.
Nelle fauci del lupo nessuno ama il suo prossimo.