La morte in sé non è una brutta cosa: brutta è la strada che porta alla morte.
Per una giusta causa, sbagliare è virtuoso.
Una buona reputazione ha più valore del denaro.
È solo l'ignorante che disprezza l'educazione.
Nella povertà si confida nel favore della fortuna.
È buona cosa apprendere la cautela dalle sventure altrui.
Dove non è spirito che svegli la vita in qualsivoglia cosa, è morte.
Il vero antidoto alla paura della morte non può che provenire dalla vita. Essa è un formidabile diversivo, un antidoto che respinge indietro quel pensiero e quella paura.
La realtà è che uno vive finché non muore. E la verità è che nessuno vuole la realtà.
I morti si nutrono di giudizi, i viventi di amore.
Cristo in vicinanza della morte trema, piange, si abbandona alla disperazione. Socrate conversa serenamente con i suoi discepoli sull'immortalità.
Non ho mai capito chi dice la morte è normale, la morte è logica, tutto finisce quindi anch'io finirò. Io ho sempre pensato che la morte è ingiusta, la morte è illogica, e non dovremmo morire dal momento che si nasce.
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?
La morte non è un evento estremo e conclusivo, è un elemento della vita con il quale noi tutti coabitiamo.
La morte è il non-essere. Dopo di me accadrà ciò che è stato prima di me. Se prima non abbiamo sofferto, vuol dire che non soffriremo dopo. Siamo come una lucerna che, spegnendosi, non può stare peggio di quando non era accesa. Solo nel breve intermezzo possiamo essere sensibili al male.