È difficile metter d'accordo il dolore con la pazienza.
L'uomo e la sorte la pensano sempre in modo diverso.
Un piccolo debito produce un debitore, uno grande, un nemico.
Sbaglia l'ammalato che lascia i suoi averi in eredità al medico.
Riposa bene chi non avverte quanto infelicemente stia dormendo.
È del saggio arrabbiarsi tardi ma una volta per tutte.
Abbiamo un detto in Tibet: "Se perdi la pazienza e ti arrabbi, morditi le nocche". Significa che se montate in collera non dovete mostrarlo agli altri. Dite piuttosto, a voi stessi: "Lascia perdere".
Se ho fatto una qualche scoperta di valore, è dovuta più alla paziente attenzione che ad ogni altro talento.
Chi ha pazienza in ogni loco non fa poco.
Chi si trova nella desolazione si sforzi di conservare la pazienza, che si oppone alle sofferenze che patisce; e pensi che presto sarà consolato, se si impegna con ogni diligenza contro quella desolazione.
Tutte le grandi realizzazioni nella vita richiedono tempo.
Con la pazienza si rende più tollerabile ciò che non si riesce a correggere.
Per quanto una situazione possa sembrare disperata, c'è sempre una possibilità di soluzione. Quando tutto attorno è buio non c'è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità.
Un ipocrita è un paziente nella doppia accezione del termine. Calcola un trionfo e sopporta un supplizio.
Una delle caratteristiche peculiari del selvaggio nelle sue ore domestiche è la meravigliosa pazienza della sua laboriosità.
La pazienza è la virtù dei Morti. Perché i Forti, se si arrabbiano, ti fanno un mazzo così.