Bene visse colui che poté morire come volle.
Poter nuocere a qualcuno e non volerlo fare è un grandissimo titolo di merito.
Nulla fanno di peccaminoso gli occhi se sono comandati dalla ragione.
Chi ama sa ciò che desidera, ma non capisce ciò che è saggio.
La gioventù deve essere domata con la ragione, non con la forza.
Nella povertà si confida nel favore della fortuna.
Chi tranquillamente rinuncia al bene della vita, che odia l'esistenza quaggiù, talché vi preferisce un'infelice eternità, deve essere niente mosso dalla meno efficace e piú lontana considerazione dei figli o dei parenti.
Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.
Che fa sabato sera? - Occupata. Devo suicidarmi. - Allora venerdì sera?
Abbiamo perduto l'arte di suicidarci a sangue freddo.
Se stiamo allevando ragazzi che sono così stupidi da uccidersi a causa di una canzone, a cosa servono in primo luogo i ragazzi?
Lascia che il ricordo voli al giorno in cui nascesti, cieco, sordo, muto e nudo, un buco nel vuoto, un'ombra nel buio, nel nulla assoluto, e il caos ti esplode intorno: luci, suoni, sangue, grida sensazioni senza azioni, istinto suicida.
Il gusto del suicidio è un dono.
Per farla breve ho deciso di suicidarmi. Il problema del suicidio, però, è che non puoi farla breve.
Si chiama suicidio ogni morte che risulti mediatamente o immediatamente da un atto positivo o negativo compiuto dalla vittima stessa.
Nessuno mai si è tolto la vita. Il suicidio è una condanna a morte della cui esecuzione il giudice incarica il condannato.