Non mangiare il tuo cuore.
Tieni sveglie le leggi, perché il sonno le uccide. Dà vita ai buoni esempi: sarai esentato dallo scrivere delle buone regole.
Le colpe di un amico scrivile nella sabbia.
Bisogna allontanare con ogni mezzo e sradicare col ferro e col fuoco e con vari espedienti, dal corpo la malattia.
Preoccuparsi soprattutto di due momenti della giornata: di quando ci si addormenta e di quando ci si risveglia. Perché in entrambi occorre sottoporre a un esame gli atti già compiuti e quelli ancora da compiere, dando conto a se stessi delle azioni compiute e prevedendo quelle future.
Se non mangio subito, morirò di fame; e se io muoio, non mangerò subito.
Si dice che mangiare troppa lattuga sia soporifico.
Leggere senza riflettere è come mangiare senza digerire.
Al ristorante il piatto del giorno va bene a condizione di sapere in che giorno è stato preparato.
Da sempre la cultura è anche quella che si mangia, come sapeva Mario Soldati quando, nel suo viaggio sul Po, spiegava che per capire la cultura di un luogo bisogna per prima cosa andare al mercato.
Mangiare è l'atto più politico, militante e civile che possiamo compiere ed è il primo passo per riconquistare il senso critico affinché il nostro ruolo di consumatore si trasformi attivamente in consum-attore.
Era così povera che quando si mangiava le unghie apparecchiava la tavola. Spesso prendeva qualcosa di caldo: la febbre.
Non predicare agli altri ciò che dovrebbero mangiare, ma mangia come ti capita, e stai zitto.
Mangiare, abitudine obbligatoria ma stupida.
Non vivo per mangiare, ma mangio per vivere.