Lo sport ha bisogno di progettazione, innovazione, impegno costante.
Una prestazione può essere figlia di tanti fattori. Un campione si valuta nell'arco di un'intera carriera.
La mia longevità sportiva è un punto d'orgoglio perché è figlia di sacrifici, fatica, allenamenti massacranti.
Il nostro carattere è come un diamante, è una pietra durissima ma ha un punto di rottura.
La fatica non è mai sprecata: soffri ma sogni.
Una volta Gianni Brera, parlando di uno sportivo, un ciclista, notava che era nato e vissuto in provincia: solo in provincia, scriveva, si coltivano le grandi malinconie, il silenzio e la solitudine indispensabili per riuscire in uno sport così faticoso. Non è così anche per lo studio?
Se non la tiri, loro non possono colpirla.
Lo sport è vita, ma è ancor più appagante se fatto lealmente, senza scorciatoie, senza inganni. Che senso ha vincere sapendo che hai barato?
È uno specchio formidabile. Ma solo se non ti travesti. E mostri la tua vulnerabilità.
Praticavo judo prima ancora che se ne conoscesse l'esistenza qui da noi.
Devo molto al calcio e mi auguro che possa essere sempre uno sport che porti gioia e che riesca a far passare brutti momenti di tensione quotidiana. Rimango tra quelle persone che lo amano veramente come una cosa bella, pulita, divertente e giusta.
Lo sport serio non ha nulla a che fare col fair play. È colmo di odio, gelosie, millanterie, indifferenza per ogni regola e piacere sadico nel vedere la violenza: in altre parole, è la guerra senza le sparatorie.
Ti piace il basket, Franchi? Io non l'ho mai capito. Dei giocatori troppo grandi per un campo troppo piccolo.
Lo sport è l'esperanto delle razze.
Il fascino del tiro al bersaglio come sport dipende quasi completamente dal fatto che tu sia dalla parte giusta o sbagliata del fucile.