Felice e stimabile unicamente il ricco, e viceversa la povertà un delitto.
La gloria e la grandezza, chimere.
Non vi è cosa, che più all'uomo importi ed a cui sventuratamente meno egli pensi, quanto il conoscer sé stesso, il suo destino, lo scopo della sua esistenza e la miglior maniera di avverarlo.
A chi dice, esservi, oltre la percezione esterna, un sentimento interiore ineffabile, anatema.
Il sacrificio di sé, affatto un atto di pazzia.
Onde interrogare qualche volta la coscienza, raccogliersi nello spirito o contemplar la natura, è senz'altro voglia di far niente.
La povertà è una forma di alitosi spirituale.
Solo chi ama conosce. Povero chi non ama!
Di chi è meglio che sia piena la città: di ricchi, che coi loro mezzi aiutano sé e gli altri, o di poveri, che né a sé né agli altri sono di aiuto?
La povertà del futuro sarà l'ignoranza, e le differenze sociali degli anni a venire saranno stabilite, più che dal denaro, dalla cultura di chi sa qualcosa e di chi non sa niente.
Lavoro pei poveri: e sono contento, E se il mondo fosse pieno di finzioni? E se tanti poveri sono bricconi? E se io sono novizzo?
Ciò che si deve fare è dare l'opportunità alle persone di uscire dalla condizione di grande povertà nella quale versano con le loro forze. In tal modo esse conservano la loro dignità e acquistano fiducia in sé stesse.
La povertà è una cosa anormale per i ricchi. È difficile capire perché la gente che vuole la cena non suona il campanello.
Tutti quelli che ameranno i poveri in vita non avranno alcuna timore della morte.
Dobbiamo pensare quanto più lieve dolore sia non avere che perdere: e comprenderemo che la povertà ha tanto meno materia di sofferenze quanto minore ne ha di danni.
La vera tragedia dei poveri è che non si possono permettere altro che l'abnegazione. I bei peccati, come tutte le cose belle, sono privilegio dei ricchi.