Il moralista dice di no agli altri, l'uomo morale solo a se stesso.
Chi non ha pretese non ha neanche dispiaceri.
Bisogna essere molto forti per amare la solitudine.
La continuità tra il ventennio fascista e il trentennio democristiano trova il suo fondamento sul caos morale e economico, sul qualunquismo come immaturità politica e sull'emarginazione dell'Italia dai luoghi per dove passa la storia.
Per essere poeti, bisogna avere molto tempo.
In Italia tutto è a mezzo.
Colui che predica la morale limita di solito le sue funzioni a quelle d'un trombettiere di reggimento, che dopo aver sonata la carica e fatto molto rumore, si crede dispensato di pagar di persona.
Un moralista è il contrario di un predicatore di morale; è un pensatore che vede la morale come sospetta, dubbiosa, insomma come un problema. Mi spiace di dover aggiungere che il moralista, per questa stessa ragione, è lui stesso una persona sospetta.
Diventerò moralista il giorno in cui uno mi dimostrerà di aver pensato durante il coito alla generazione futura.
Ogni specie di moralismo è negazione della vita.
Il moralista, impegnato a predicare la virtù, difficilmente troverà il tempo di praticarla.
Il moralismo è la morale di chi non ne ha alcuna.
La morale ci dice quello che dobbiamo fare. Il moralismo quello che vorremmo che gli altri facessero.
Il giudizio e la condanna morale è la vendetta preferita degli spiritualmente limitati su coloro che lo sono meno di loro.
La ferocia dei moralisti è superata soltanto dalla loro profonda stupidità.
I moralisti sono persone che rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui.