L’amore viene presentato come una forza decisiva, capace di condurre agli estremi dell’esperienza umana: felicità luminosa o sofferenza profonda. Non si tratta di qualcosa di neutro o controllabile, ma di un movimento che trascina fuori dall’immobilità, che obbliga a cambiare, a prendere una direzione. Restare fermi, al riparo dal rischio, sembra impossibile quando l’amore entra in gioco. In questo senso, l’amore diventa condizione necessaria del vivere: anche quando ferisce, continua a nutrire la crescita interiore, a dare senso al tempo e alle scelte. Accettarlo significa riconoscere che non tutto può essere gestito dalla sola ragione, che esiste una componente di mistero, di vulnerabilità, forse anche di destino. Rifiutarlo, al contrario, equivale a rinunciare a una parte essenziale di sé, a una fonte inesauribile di energia emotiva e spirituale che sostiene il cammino dell’esistenza, pur tra contraddizioni e ambivalenze.