Dio perdona sempre. L'uomo perdona a volte. La terra non perdona mai.
Pazienza e perseveranza. Il Verbo di Dio è entrato in «pazienza» nel momento dell'Incarnazione, e così, fino alla morte in Croce. Pazienza e perseveranza. Non abbiamo la "bacchetta magica" per tutto, ma possediamo la fiducia nel Signore che ci accompagna e non ci abbandona mai.
Nel modo di seguire il Signore si manifesta come va il nostro cuore.
Signore, donaci di essere sempre più uniti, di non essere mai strumenti di divisione; fa' che ci impegniamo a portare l'amore dove c'è odio, a portare il perdono dove c'è offesa, a portare l'unione dove c'è discordia.
Servire significa, in gran parte, avere cura della fragilità. Servire significa avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo.
Le mani che si stringono non garantiscono solo solidità ed equilibrio, ma trasmettono anche calore umano.
La società perdona spesso il delinquente, non perdona mai il sognatore.
La tentazione del potere è demoniaca e sempre, nella storia della Chiesa, è stata all' origine di misfatti, di cui Giovanni Paolo II ha dovuto chiedere perdono.
Ama la verità, ma perdona l'errore.
Il perdono è l'ornamento dei forti.
Si perdona finché si ama.
Spesso perdoniamo quelli che ci annoiano, ma non possiamo perdonare quelli che noi annoiamo.
L'amore tutto dimentica, tutto perdona, dà tutto senza riserve.
La forma sublime del disprezzo è il perdono.
Noi siamo tutti impastati di debolezze e di errori: perdonarci reciprocamente le nostre balordaggini è la prima legge di natura.
Chiedere perdono è più difficile che perdonare, gesto che dà il conforto di sentirsi magnanimi e superiori all'altro.