Tutto ciò che è moderno viene, prima o poi, superato.
La felicità è la pietra di paragone del carattere, è la sua parola di approvazione. Quando siamo felici, siamo sempre buoni, ma quando siamo buoni non siamo sempre felici.
Credevo di non aver cuore. Trovo che ne ho uno e che non mi si confà. Non so come, ma esso non è in armonia col costume moderno. L'aver cuore ci fa più vecchi e nei momenti critici compromette il nostro avvenire.
Talvolta si può vivere per anni senza vivere affatto, e poi tutta la vita si affolla in un'ora soltanto.
La sola persona al mondo che vorrei poter profondamene conoscere è me stesso, ma per il momento non ne vedo la possibilità.
Dov'è il dolore, là il suolo è sacro.
Il moderno invecchia. Il vecchio torna di moda.
L'operaio di una città moderna usufruisce, oggi, di un benessere materiale superiore a quello di un nobile dei secoli scorsi.
L'usanza comune a molti letterati di disprezzare il mondo moderno è una maniera dissimulata di presumersi degni di un altro migliore.
I moderni veri sono costretti a essere antimodernisti.
Tutti quelli che esaltano il frastuono dei mass media, il sorriso imbecille della pubblicità, l'oblio della natura, l'indiscrezione innalzata al rango di virtù, li si deve chiamare: collaborazionisti della modernità.
Quando il Moderno si presenta come "il nuovo" assoluto, in verità è già decrepito.
Sono solo i moderni a diventare sorpassati.
Una sola frase basterà a descrivere l'uomo moderno: egli fornicava e leggeva i giornali.
L'unica cosa che valga la pena di fare, oggi, è l'essere moderni.