Per conoscere, anche poco, se stessi, bisogna conoscere a fondo gli altri.
La ragione per cui tutti noi amiamo parlare così bene di noi stessi è che abbiamo timore di noi stessi. La base dell'ottimismo è il terrore puro.
Alle anime superficiali occorrono degli anni per liberarsi di una emozione. L'uomo padrone di sé pone fine a un dolore con la stessa facilità con la quale improvvisa una gioia.
L'amore è una cosa più meravigliosa dell'arte.
L'intelligenza non è una cosa seria e non lo è mai stata. E uno strumento da suonare, è tutto qui.
La moderazione è qualcosa di fatale. Il sufficiente è deprimente come un pasto regolare, il sovrabbondante gradevole come un banchetto.
Per conoscere qualcosa di sé bisogna conoscere tutto degli altri.
Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione; attraverso l'allargamento del nostro circolo di conoscenza e di comprensione; sino a includere tutte le creature viventi e l'interezza della natura nella sua bellezza.
La conoscenza di Dio senza la conoscenza della propria miseria genera l'orgoglio. La conoscenza della propria miseria senza la conoscenza di Dio genera la disperazione.
Risalta meravigliosamente bene dai lavori mirabili ai quali Keplero ha consacrato la sua vita, che la conoscenza non può derivare dall'esperienza sola, ma che occorre il paragone fra ciò che lo spirito umano ha concepito e ciò che ha osservato.
Condividi la tua conoscenza. È un modo di raggiungere l'immortalità.
Nessuna società può predire scientificamente il proprio futuro livello di conoscenza.
Ciò che si dice la conoscenza consiste nel ricondurre l'ignoto al noto; ma la vera conoscenza, la conoscenza essenziale, non dovrebbe procedere nel senso opposto?
Conosci te stesso.
Non si ama più abbastanza la propria conoscenza, appena la si comunica.
Bisogna conoscere sé stessi. Anche se questo non servisse a trovare la verità, servirebbe a regolare la propria vita, e non c'è nulla di più giusto.