La libertà non ha patria.
È una bestia che sta sempre in agguato, la viltà. Ci morde tutti, ogni giorno, e son pochi coloro che non si lasciano sbranare da lei.
L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
Si è sempre affascinati dal vuoto. Più è fondo, più è buio, più esso ci attrae: un misterioso richiamo d'amore.
L'intelligenza non serve per fare i capi di Stato. La dote che conta, nei capi di Stato, è la forza. Il coraggio, l'astuzia, e la forza.
La libertà, osserva il filosofo, è il potenziale lanciato all'infinito.
Può persino accadere che l'more della libertà sia tanto più vivo presso taluni quanto meno si incontrino garanzie di libertà per tutti. L'eccezione in tal caso è tanto più preziosa, quanto più è rara.
Se una libera società non può aiutare i molti che sono poveri, non dovrebbe salvare i pochi che sono ricchi.
La libertà è per la gente onesta. L'uomo che non è onesto con se stesso non può essere libero: è la sua trappola.
Dare la libertà al mondo è una strana impresa piena di rischi. Dando la libertà in questo modo, la si toglie.
Sarei stata lontana, finalmente libera, o così mi sembrava, ma la verità è che ci portiamo sempre tutto con noi.
Soltanto colui che nulla si aspetta è veramente libero.
L'uomo è libero ma non sa per che cosa.
L'angoscia è la vertigine della libertà.
Le persone credono di essere libere, ma sono solo libere di crederlo.