Chi si rassegna non vive: sopravvive.
Chi ha detto che essere belli vuol dire avere dei bei tratti? A volte essere belli significa avere spirito, eleganza, dignità.
La morte di un amore è come la morte d'una persona amata. Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto. Perfino se l'hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva, ti senti invalido. Mutilato.
La guerra è figlia della violenza che a sua volta è figlia della forza fisica, e il trinomio non partorisce che scelleratezze.
Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti.
Se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po' più intelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto.
Al mondo c'è una sola cosa peggiore dell'uso della violenza, ed è il piegarsi alla violenza.
Ciò che dà alla tragedia il suo particolare slancio verso l'alto è il sorgere della convinzione che il mondo, che la vita non ci possano dare nessuna vera soddisfazione, e che perciò non meritino il nostro attaccamento: in ciò consiste lo spirito tragico, il quale conduce alla rassegnazione.
Chi vuol vivere in pace vede, soffre e tace con pazienza.
Non permettere a te stesso di essere scoraggiato da qualsiasi fallimento fintanto che hai fatto del tuo meglio.
Sembra che mai nulla si decida ad andare per il verso giusto finché siamo anche soltanto un poco rassegnati.
La rassegnazione della vigilia ha sempre preparato quella dell'indomani.
Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione.
La partita è persa solo quando smettiamo di provare.
La maggioranza degli uomini vive in quieta disperazione.
Un metodo infallibile di conciliazione con una tigre è di consentire a se stessi di essere divorati.