Il poeta comprende la natura meglio dello scienziato.
Anche il caso ha le sue regole.
Ogni parola è una parola di evocazione. A secondo dello spirito che chiama ‐ uno spirito appare.
La poesia è, fra le scienze, la giovinezza. Da fanciulla avrà avuto l'aspetto dell'angelo sotto la Madonna il quale si preme il dito sulle labbra come a dire che non si fida di questa leggerezza.
La poesia sana le ferite inferte dall'intelletto. Essa è appunto formata da elementi contrastanti - da una verità sublime e da un piacevole inganno.
Poesia, altro vizio solitario.
Il poeta non dorme mai ma in compenso muore spesso.
Il poeta è sempre più piccolo e più debole della media degli uomini. Per questo sente più intensamente, con più forza degli altri la pesantezza della sua presenza nel mondo.
La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ne impiega troppo.
Una poesia è buona finché si sa di chi è.
Se Galileo avesse scritto in versi che il mondo si muoveva, forse l'inquisizione lo avrebbe lasciato stare.
I poeti son vecchi signori che mangian le stelle distesi sui prati delle loro ville. E s'inventano zingare e more per farsi credibili agli occhi del mondo col loro dolore.
Per la poesia la giovinezza non basta: la fanciullezza ci vuole!
La vera poesia è al di fuori delle regole.
Lui le diceva: "Le poesie non si spiegano, se raggiungono il posto giusto le senti, ti grattano dentro".