Il pensiero attribuito a Napoleone mette in parallelo due dimensioni solo apparentemente lontane: il conflitto armato e il coinvolgimento sentimentale. In entrambi i casi si supera la distanza solo quando si ha il coraggio di ridurla, di esporsi, di entrare in contatto diretto con l’altro. Il richiamo all’avvicinarsi non è soltanto fisico, ma anche emotivo e psicologico: nessun rapporto può svilupparsi, chiarirsi o concludersi se rimane confinato nella prudenza, nella freddezza o nella mera osservazione da lontano. Come in battaglia non si vince limitandosi a restare arretrati, allo stesso modo nei sentimenti non si vive davvero restando protetti dietro le proprie difese interiori. Il coinvolgimento comporta rischio, vulnerabilità, possibilità di perdere, ma anche l’unica via per ottenere una vera definizione di ciò che si prova e di ciò che può nascere tra due persone. Solo accettando la prossimità, con tutte le sue conseguenze, si giunge a un esito reale: sia esso un’unione profonda o una fine necessaria, ma autentica.