Scrivere è leggere in sé stessi.
Niente è più difficile che accettare sé stessi.
Chi ha mai visto due cani che, quando si incontrano, parlano di un terzo cane, perché non sanno che altro fare insieme?
Scrivere non è comunicare con il lettore, non è neppure comunicare con se stessi, ma comunicare con l'inesprimibile.
Tolleranza è sempre indice di potere sicuro; quando si sente in pericolo, nasce sempre la pretesa di essere assoluto; nasce dunque la falsità, il diritto divino del mio privilegio, l'inquisizione.
Colui che è affamato non ha scelta. Il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, ma viene dalla fame.
Scrivere è profanare, e i ricordi scritti sono ricordi persi.
Scrivere è scolpire: occorre soprattutto togliere, con un obiettivo in mente e un po' di ironia nelle dita.
Scrivere lettere a mano è diventata un'anomalia, non si usa più.
Quando un matematico o un filosofo scrivono con nebbiosa profondità, dicono qualche sciocchezza: su questo non c'è pericolo di sbagliare.
Se lo scrittore utilizza le parole per creare le sue opere, il fotografo, visto che scrive con la luce, dovrà essere sensibile ai mutamenti della luce stessa.
Chi scrive chiaro, sa scrivere.
Nello scrivere tenetevi lontani da ogni eccesso di stile e di passione e farete cosa utilissima e onestissima.
Come la negligenza nel vestire rivela disprezzo per la società nella quale si va, così lo stile affrettato, trascurato, cattivo rivela un offensivo disprezzo per il lettore, il quale poi lo ripaga giustamente non leggendo.
Lo stile corretto è omettere le cose non essenziali.
Non riesco a capire perché una persona debba impiegare un anno a scrivere un romanzo quando può facilmente comprarne uno per pochi soldi.