Niente è più difficile che accettare sé stessi.
Colui che è affamato non ha scelta. Il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, ma viene dalla fame.
Non è che il successo cambi l'uomo; lo smaschera.
La verità non si può mostrare, si può soltanto inventare.
Tolleranza è sempre indice di potere sicuro; quando si sente in pericolo, nasce sempre la pretesa di essere assoluto; nasce dunque la falsità, il diritto divino del mio privilegio, l'inquisizione.
Non puoi volere una zebra e non accettare le sue strisce.
Accettare se stessi è saggezza; accettare gli altri può anche essere menefreghismo.
Imparare ad accettare il dolore e la morte come necessità del tutto naturali, senza consolatorie illusioni, significherebbe imparare ad accettare la vita.
Se ti fai dar ragione da un altro, devi anche accettare che ti possa dar torto; se la giustificazione e la lode devono venirti da lui, aspetta anche la sua accusa e la sua punizione.
Più duro ad accettare del riconoscimento della propria mediocrità è solo quello della propria bassezza d'animo: il primo ci suggerisce una certa pietà, l'altro ci forza al disprezzo di noi stessi.
Se qualcuno giunge al punto di accettare acriticamente tutte le assurdità che le dottrine religiose gli trasmettono, e perfino di ignorarne le contraddizioni vicendevoli, la sua debolezza intellettuale non deve stupirci oltremodo.