Scrivere è anche non parlare. È tacere. È urlare in silenzio.
La solitudine è una cosa senza la quale non si fa niente, senza la quale non si guarda più niente.
Perché questo è ciò che vuole una donna, una madre - insegnare ai suoi figli a provare interesse per la vita. Lei sa che è più sicuro per loro interessarsi alla felicità degli altri che credere in quella propria.
La scrittura è l'ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità.
La solitudine non la si trova, la si crea.
Si impara più presto a scrivere in modo grandioso che a scrivere in modo lieve e semplice.
È chiaro quanto di più crudele è la penna che la spada.
Una donna deve avere soldi e una stanza suoi propri se vuole scrivere romanzi.
Colui che scrive in modo affettato somiglia a colui che si mette in ghingheri per non essere scambiato e confuso col volgo; è questo un pericolo che il gentleman non corre mai, anche se indossa l'abito più misero.
Quando uno non riesce in nessun'altra cosa, di solito si mette a scrivere.
Dello scrivere bene l'origine e la sorgente è il pensiero saggio.
Era molto divertente, all'inizio. Smise di esserlo quando scoprii la differenza fra scrivere bene e scrivere male. E poi feci una scoperta ancora più allarmante: la differenza fra un ottimo stile e la vera arte; sottile ma feroce.
Scrivi qualcosa per piacere a te stesso e piacerà a molte persone; scrivi qualcosa per piacere a tutti e difficilmente interesserà a qualcuno.
Il vero amore per le nostre opere conserva sempre un occhio ironico e ilare.
È bello scrivere perché riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare a una folla.