In politica, chi ha paure perde.
Da mesi leggo sui giornali che Renzi vuole il posto di Letta: se avessi ambizioni personali, avrei giocato un'altra partita, non mi sarei messo a candidarmi alla segreteria del Pd.
Il nostro tempo è adesso. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato.
Il governo Letta deve lavorare per tutto il 2014.
Dobbiamo abituarci a pensare che le scelte per un Paese non si fanno per le elezioni successive, ma si fanno per le generazioni successive.
Ma perché dobbiamo andare a Palazzo Chigi senza elezioni? Ma chi ce lo fa fare? E ci sono anch'io tra questi, nessuno di noi ha chiesto di andare al governo.
Non c'è nulla di così umiliante come vedere gli sciocchi riuscire nelle imprese in cui noi siamo falliti.
Nessuno è completamente infelice del fallimento del suo miglior amico.
Apprendiamo la saggezza dal fallimento più che dal successo. Spesso noi scopriamo ciò che funzionerà trovando quello che non funzionerà; e probabilmente chi non ha mai commesso un errore non ha mai fatto una scoperta.
Due emozioni negative, la rabbia e la paura, risultano distruttive per la vostra mente e finché permettete loro di restarci, potete star certi che otterrete risultati insoddisfacenti e molto al di sotto delle vostre effettive capacità.
Un modello consolatorio, particolarmente diffuso e pericoloso, è quello che attribuisce l'insuccesso a cause esterne.
È fallita l'idea che un Paese si governa come un'azienda.
Posso accettare di fallire, chiunque fallisce in qualcosa. Ma io non posso accettare di non tentare.
Abbiamo talmente terrore delle disfatte che quelle bugie, all'inizio pateticamente campate per salvare la faccia, piano piano il nostro cervello le elabora, le fa sue, le modifica fino a farle diventare verosimili.
A tutti gli attori capita di fare centro e di perdere, di raggiungere il successo e di fallire.
Quando le idee falliscono, le parole ci tornano molto comode.