La conoscenza genera coscienza e questa a sua volta produce responsabilità.
Da ragazzino tornavo da scuola con una fame pazzesca, per questo le tagliatelle di mia madre erano le più buone del mondo. Avevo fame e quel cibo non toccava tanto il mio palato o il mio cervello, ma l'anima, la mia parte emozionale.
La storia distilla soltanto i ricordi positivi.
Da sempre la cultura è anche quella che si mangia, come sapeva Mario Soldati quando, nel suo viaggio sul Po, spiegava che per capire la cultura di un luogo bisogna per prima cosa andare al mercato.
La vita è così: bisogna crescere lentamente. Quando sei pronto davvero, tutto il mondo se ne accorgerà.
Non esistono testimoni tanto terribili, né accusatori tanto implacabili quanto la coscienza che abita nell'animo di ciascuno.
La coscienza tranquilla è un'invenzione del diavolo.
La coscienza è il migliore e il più fidato dei nostri indicatori; ma quali sono i segni che distinguono questa voce dalle altre voci? La voce della vanità parla con altrettanta forza. Esempio: l'offesa non vendicata.
Ogni essere umano è qualcosa di personale e irripetibile; voler sostituire al posto della coscienza personale una collettiva è già una violenza, e il primo passo verso ogni forma di totalitarismo.
La cattiva coscienza è una malattia refrattaria ai metodi di cura di tutti i dottori di tutti i paesi del mondo.
Il silenzio della coscienza, per incuria e abbandono, può far scambiare l'istintività per spontaneità, il velleitarismo per pertinenza, l'ingiustizia per giustizia, la morte per vita, l'egoismo per amore.
Una buona coscienza è un Natale perpetuo.
La coscienza è la più mutevole delle regole.
A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.
L'uomo, per il semplice fatto di essere uomo, di aver coscienza di sé, è, in confronto all'asino o al granchio, un animale malato. La coscienza è malattia.