A volte perdere quello che si voleva salvare può essere la vera salvezza.
Nessuna storia è mai perfetta e c'è sempre qualcosa che dobbiamo essere disposti a perdere di noi stessi per poter poi trovare qualcosa di più grande e ancora sentirci a casa.
Spesso le cose si uccidono per la paura di viverle.
Quando ci innamoriamo di qualcuno attribuiamo un destino a quell'incontro e non facciamo altro che ripetere a noi stessi: doveva succedere.
La verità rende liberi, l'imperfezione rende veri.
È solo quando sai quello che vuoi che non prendi tutto quello che passa.
L'uomo deve salvare se stesso con i propri sforzi, nessuno può fare per lui quel ch'egli deve fare per se stesso.
Forse non saremo veramente salvi finché non impareremo a sentire, con una concretezza quasi fisica, che ogni nazione è destinata ad avere la sua ora e che non ci sono, in senso assoluto, civiltà maggiori o minori, bensì un succedersi di stagioni e fioriture.
Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno.
La maggior salvezza che sia, è conoscere se stesso.
Impermanenti, soggette a cambiamento sono le cose composte. Esercitatevi con sollecitudine per la vostra salvezza.
La salvezza dell'uomo è nelle mani dei disadattati creativi.
Ormai solo un dio ci può salvare.
È una cosa strana. Quando ti accade di vedere il posto in cui saresti salvo, sei sempre lì che guardi da lontano.