A: Mamma, cos'è il razzismo? B: Mangia, o chiamo l'uomo nero.
L'unica razza che conosco è quella umana.
Il razzismo. È la paura del diverso, la persecuzione dell'estraneo: che sia l'ebreo internato nei campi di concentramento, l'uomo di colore ghettizzato dall'apartheid, o il vu cumprà all'angolo della strada.
Senza una chiara, definitiva, onnipresente coscienza di razza, non si tengono gli imperi.
Io razzista? Sarà lei che è negro.
Tutto è razza e non c'è altra verità.
Io non domando a che razza appartenga un uomo, basta che sia un essere umano; nessuno può essere qualcosa di peggio.
Con la creazione dell'Impero la razza italiana è venuta in contatto con altre razze; deve quindi guardarsi da ogni ibridismo e contaminazione.
Il razzismo é una strana malattia che colpisce i bianchi ma fa fuori i neri.
Un uomo dovrebbe, qualunque cosa accada, tenere per la propria casta, razza e discendenza. I bianchi vadano con i bianchi, i negri con i negri.
In ogni tipo di società razzista, i membri dei gruppi razziali emarginati hanno sempre dovuto sopportare forti svantaggi economici, creando ulteriori disagi familiari.