La vera bellezza, dopotutto, consiste nella purezza del cuore.
La supplica, l'adorazione, la preghiera non sono superstizioni, sono atti più reali del mangiare, del bere, del sedere o del camminare. Non è un'esagerazione dire che essi soli siano reali e che tutto il resto sia irreale.
Le varie religioni sono come le foglie di un albero. Non ce ne sono due uguali, ma non c'è alcun antagonismo tra esse o tra i rami su cui crescono. Proprio nello stesso modo, c'è una sottesa unità nella varietà che vediamo nella creazione di Dio.
Non è il contatto con la donna che corrompe l'uomo, è anzi l'uomo, spesso, troppo impuro per toccarla.
Solo con la purezza e le buone azioni dei seguaci si può difendere la religione, mai con la contrapposizione a chi professa altre fedi.
La non-violenza nella mia concezione significa combattere contro la malvagità in modo più attivo e più reale che con la rappresaglia, la cui vera natura è di aumentare la malvagità.
La bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l'infinito.
C'era un artista italiano che si chiamava Alberti, che ha definito la bellezza: ha detto che è la somma di tutte le parti messe insieme, in maniera tale che non è necessario aggiungere, né togliere niente, né alterare.
Ogni onda del mare ha una luce differente, proprio come la bellezza di chi amiamo.
La vera bellezza ha sempre qualcosa di estremo.
La bellezza delle cose, più che l'utilità, v'innalzi l'anima a Dio.
Coloro per i quali le cose belle non hanno altro significato che di pura bellezza sono gli eletti.
La bellezza non è qualcosa per cui si gareggia: ciascuno ha qualcosa di bello da scoprire; l'attenzione è la chiave della scoperta.
La bellezza non è che una promessa di felicità.
La bellezza appare come il primo bene del principe, il suo più imponenete diritto.
Tutto ciò che è bello appartiene alla stessa epoca.