I deboli non possono perdonare. Il perdono è l'attributo dei forti.
Il futuro dipende da ciò che facciamo nel presente.
Ci sono princìpi che non ammettono compromessi e per la cui pratica occorre essere pronti a sacrificare anche la vita.
Se l'amore e la non violenza non sono la legge del nostro essere, tutta la mia argomentazione cade a pezzi.
Non dobbiamo né pensare male degli altri, né sospettare gli altri di pensare male di noi. L'inclinazione a prestare orecchio alle cattive dicerie è un segno di mancanza di fede.
Mi oppongo alla violenza perché quando sembra fare del bene, il bene è solo temporaneo; il male che fa è invece permanente.
La sessualità è una cosa fragile, è difficile entrarvi, così facile uscirne.
L'uomo forte crea lui gli eventi, l'uomo debole subisce quelli che il destino gli impone.
La realtà è il più abile dei nemici. Lancia i suoi attacchi contro quel punto del nostro cuore dove non ce li aspettavamo e dove non avevamo preparato difese.
Il debole dubita prima di prendere una decisione; il forte dopo averla presa.
In politica, e non solo in politica, chi si isola e scompare si espone ad ogni rischio e finisce in genere per indebolirsi.
È meglio farsi nemico un debole che averlo per amico.
Si accusano tanto gli uomini di ignorare le loro debolezze, tuttavia pochi forse sono consapevoli della loro forza. Avviene per gli uomini come per i terreni, ove talvolta si cela un filone d'oro di cui il proprietario non conosce l'esistenza.
Siamo tutti impastati di debolezze e di errori; perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze: questa è la prima legge di natura.
Non ci può essere vulnerabilità senza rischio; non ci può essere comunità senza vulnerabilità; non ci può essere pace, e infine neanche la vita senza la comunità.