Giustizia non esiste là dove non vi è libertà.
Conoscere per deliberare.
Dove sono troppi a comandare, nasce la confusione.
Comandare è una cosa, altro è ottenere che quella cosa si faccia.
Amante del paradosso è colui il quale ricerca e scopre la verità esponendola in modo da irritare l'opinione comune, costringendola a riflettere e a vergognarsi di se stessa e della supina inconsapevole accettazione di errori volgari.
C'è una forza di attrazione da parte dei comportamenti giusti e pacifici, anche se di pochi.
La verità è una, la giustizia è una. Gli errori e le ingiustizie variano all'infinito.
Io stesso allora non dubitavo che in qualunque momento chiunque di noi, uomo, donna, bambino, forse anche il povero ronzino legato alla ruota del mulino, chiunque sapesse cosa era giusto. Tutte le creature vengono al mondo con dentro la memoria della giustizia.
Non conoscerebbero neppure il nome della Giustizia, se non ci fossero cose ingiuste.
La giustizia deve essere rigida e parere clemente. Il buon chirurgo con pietose parole conforta l'ammalato, mentre con mano sicura, e che pietà non trattiene, ne taglia le membra.
La giustizia è l'insieme delle norme che perpetuano un tipo umano in una civiltà.
La giustizia non esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci, e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto circa il non recare ne ricevere danno.
L'ingiustizia è relativamente facile da sopportare; quella che proprio brucia è la giustizia.
Il sentimento di giustizia è così universalmente connaturato all'umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione.
La giustizia è sempre giustizia, anche se è fatta sempre in ritardo e, alla fine, è fatta solo per sbaglio.