I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.
Nella corsa della filosofia vince chi sa correre più lentamente. Oppure: chi raggiunge il traguardo per ultimo.
È così difficile trovare l'inizio. O meglio: è difficile cominciare dall'inizio. E non tentare di andare ancor più indietro.
Se una domanda può porsi, può pure aver risposta.
La confusione e la sterilità della psicologia non si possono spiegare dicendo che è una "scienza giovane"; il suo stato non si può paragonare, ad esempio, con quello della fisica ai suoi primordi. In altre parole, in psicologia sussistono metodi sperimentali e confusione concettuale.
Il bere, in un certo tempo simbolico, è in un altro tempo vizio.
Bisogna che ognuno conosca i propri limiti.
L'unico modo per non far conoscere agli altri i propri limiti, è di non oltrepassarli mai.
Ogni uomo prende i limiti del proprio campo visivo per i limiti del mondo.
Quando i limiti sono trascesi viene a mancare il riferimento all'esperienza possibile, così l'uomo cade nelle "inevitabili illusioni della ragione umana".
Quando ricevi il primo pugno in faccia e ti rendi conto di non essere di vetro, non ti senti vivo finché non ti spingi oltre il tuo limite.
C'è un limite oltre cui nessuno riesce a restare sospeso nel vuoto senza farsi prendere dal panico.
Chi scalza il muro, quello gli cade addosso.
Abbiamo bisogno di vedere che i nostri limiti vengano trasgrediti e che ci sia vita che pascoli liberamente dovunque noi vaghiamo.
Chi non conosce il suo limite tema il destino.