Il concetto del 'bello' ha fatto qualche danno.
Dopo aver guardato un temporale, alla domanda: "Quante gocce di pioggia hai visto?" la risposta più adatta è "molte": non che il numero preciso non esista, ma non lo si può conoscere.
Quanto può dirsi, si può dir chiaro; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere.
Credere in un Dio vuol dire comprendere la questione del senso della vita. Credere in un Dio vuol dire vedere che i fatti del mondo non sono poi tutto. Credere in Dio vuol dire vedere che la vita ha un senso.
Su ciò di cui non si può parlare è bene tacere.
Se nella vita siamo circondati dalla morte, così anche nella salute dell'intelletto siamo circondati dalla follia.
La bellezza è una roba che viene fuori da dentro. Come i rutti.
È bello qualcosa che, se fosse nostro, ci rallegrerebbe, ma che rimane tale anche se appartiene a qualcun altro.
La bellezza innata è troppo ambiziosa per considerarsi perfetta; mentre l'orgoglio della bruttezza innata è inarrivabile.
La bellezza dei ragazzi sta a quella delle ragazze come la pittura a olio sta a quella a pastello.
Sembra che l'onesto non s'identifichi col bello.
Una cosa bella è una gioia per sempre. La sua grazia aumenta, non finirà mai nel nulla.
È stata la bella che ha ucciso la bestia.
Definire il Bello è facile: è ciò che fa disperare.
La bellezza è una visitatrice che viene senza preavviso, muta forma per un'ora, per un giorno, talvolta per più tempo; svapora ad un alito, dilegua da capo.
Una bella donna è cento volte più attraente quando esce dal sonno che dopo una toeletta.