I buoni non amano disputare. Coloro che amano disputare non sono buoni.
Lo spirito della valle non muore, è la misteriosa femmina. La porta della misteriosa femmina è la scaturigine del Cielo e della Terra.
Invece di maledire il buio è meglio accendere una candela.
Il rito è labilità della lealtà e della sincerità e foriero di disordine.
Le parole vere non sono piacevoli. Le parole piacevoli non sono vere.
Anche un viaggio di mille miglia inizia con un passo.
Essere buoni con chi non ti ha caro richiede non solo molta benevolenza ma anche molto tatto.
Seminate per voi secondo giustizia e mietete secondo bontà.
La bontà è un cammino estremamente severo e, nella sua severità, conosce l'urgenza della discrezione. E della forza. Perché la bontà, come l'amore, richiede forza, la grande e immensa forza dello Spirito.
La bontà vigilante, paziente e longanime, arriva ben più in là e più rapidamente che non il rigore e il frustino.
La bontà viene premiata. Ricordalo figlio mio e vivi di conseguenza.
La bontà, che non è mai bonacciona, è difficile perché presuppone la forza di fare i conti con la complessità del reale, in cui coesistono bene e male, fraternità e violenza.
La bontà vera è, non debolezza, ma forza. L'uomo debole è solo buono in apparenza.
I tormenti della bontà che non può sfogarsi, sono forse peggiori di quelli della malvagità sfogata.
La tua bontà deve avere un suo taglio affilato, altrimenti non è nulla.
Diventare uomo buono veramente è, bensì, arduo, tetragono di mani, di piedi e di mente, forgiato senza difetto.