La parola più vera, più esatta, più colma di senso è la parola "niente".
Il mio paese è là dove passano le nuvole più belle.
Per aver successo bisogna aggiungere acqua al proprio vino, finché non c'è più vino.
Lo stile deve purificarsi come l'acqua che diventa chiara, a forza di lavoro, e per così dire, a furia di consumarsi sui ciottoli.
Se il riposo non è un po' ancora lavoro, è subito noia.
Il progetto è il brogliaccio del futuro. A volte servono al futuro centinaia di brogliacci.
L'estrema punizione per chi cerca mondi migliori è il niente.
Amo molto parlare di niente. É l'unico argomento di cui so tutto.
Chi non ha fatto niente non sa niente.
Niente è troppo poco; Dio sarebbe troppo.
Non è che se non si crede a niente, non c'è niente. Bisogna trattare il niente come se fosse qualcosa.
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
Se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal niente, e niente è peggiore del niente: il brutto è dover dire di non esserci stato.
Niente è più reale del niente.