Essere felici è essere invidiati. Ebbene, c'è sempre qualcuno che c'invidia. Si tratta di conoscerlo.— Jules Renard
Essere felici è essere invidiati. Ebbene, c'è sempre qualcuno che c'invidia. Si tratta di conoscerlo.
Il sogno è il lusso del pensiero.
Sii modesto! È il genere di orgoglio che dispiace di meno.
È più facile essere generosi che non rimpiangerlo.
Se avessi talento, verrei imitato. Se mi si imitasse, diventerei di moda. Se diventassi di moda, passerei rapidamente di moda. È meglio dunque che io non abbia alcun talento.
Con una donna, l'amicizia non può essere che il chiaro di luna dell'amore.
È nel carattere di pochi uomini onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna.
L'invidia è naturale all'uomo: tuttavia è un vizio e una disgrazia allo stesso tempo.
La nostra invidia dura sempre più a lungo della felicità di quelli che invidiamo.
Coloro i quali hanno meno fiducia in se stessi, sono i più invidiosi.
Spesso si fa pompa delle passioni più delittuose; ma l'invidia è una passione timida e vergognosa che non si osa confessare.
Gli uomini oggetto di invidia sono destinati a scomparire: alcuni verranno eliminati, altri cadranno. La prosperità è inquieta: si tormenta da sé.
L'invidia si volge alle cose vicine, mentre quelle lontane sono guardate con animo schietto e sincero. La vita del saggio, dunque, spazia per ogni dove, è senza tempo, non è limitata, come quella degli altri mortali.
Il guadagno altrui viene quasi sempre percepito come una perdita propria.
Anche in uno stato oppresso c'è la possibilità per un uomo saggio di manifestarsi, e in uno fiorente e felice regnano la sfrontatezza l'invidia e mille altri vizi che rendono inerti.
Sono immune dall'invidia, libero di provare ammirazione e amicizia, che bellezza! Non c'è niente di più triste di qualcuno che soffre per il successo altrui, che è schiavo della critica e del rancore, che trasuda invidia, che si dibatte nel dispetto: un infelice.