La sete è una compagna pericolosa.
Essere poveri è il meno. È l'esser conosciuti come poveri, che fa male.
Sii eloquente, profondo e tenero; guarda, con occhio limpido, nella natura e nella vita; apri le candide ali del trepido pensiero, e librati, spirito divino, sul mondo turbinoso al disotto, su per i lunghi sentieri delle stelle fiammeggianti fino alle porte dell'eternità.
A voler essere sinceri, lavorare è meno noioso che divertirsi.
Conobbi un uomo che all'ora della sveglia balzava subito dal letto e faceva un bagno freddo. Ma questo eroismo non serviva a nulla perché, dopo il bagno, doveva saltare di nuovo dentro al letto per scaldarsi.
È una strana cosa il letto, questa imitazione di tomba ove adagiamo le membra stanche e sprofondiamo quietamente nel silenzio e nel riposo.
È come aver sete e bere. Non c'è niente di più semplice che aver sete e bere; essere soddisfatti nel bere e nell'aver bevuto; non aver più sete. Semplicissimo.
Che se la sete non è presente, bevo per la sete futura.
Di sete muore chi un sapore aspetterà.
Ho una sete, da far temere la cancrena: i fiumi arduani e belgi, le spelonche, ecco il mio rimpianto.
Quando si ha sete, per dissetarsi bisogna lasciare i libri che spiegano le cose, e bere.
Colui che ha sete è lieto di bere, ma non si rattrista perché non riesce a prosciugare la fonte.
Sete. Devo svegliarmi. Devo aprire gli occhi. La ciotola accanto al giaciglio. L'acqua fresca non estingue solo la sete, placa anche il frastuono nella testa, è una cosa che conosco.