La maternità è un carcere in cui vien chiusa la donna perché sia al riparo dalle tentazioni.
Questa continua dicotomia interiore, questa duplice polarità, questa alternante sensazione di dovere incompiuto, oggi nei confronti della famiglia, domani nei confronti del lavoro, questo è il fardello della madre lavoratrice.
Per la madre i figli sono ancore della vita.
Ognuno porta in sé un'immagine della donna derivata dalla madre: da essa ognuno viene determinato a rispettare o a disprezzare le donne in genere, o a essere generalmente indifferente verso di loro.
Se un uomo potesse nell'età della ragione rammentare l'ardore di un sol bacio materno, non potrebbe avere il coraggio di commettere la più piccola ingiustizia verso chi lo ha baciato in quel modo.
Le madri sono facilmente gelose degli amici dei loro figli, quando questi conseguono successi particolari. Una madre ama di solito in suo figlio più sé che il figlio stesso.
Non esiste conforto per una madre che soffre. La maternità non conosce limiti e ragionamenti. La madre è sublime perché è tutta istinto. L'istinto materno è divinamente animale. La madre non è donna, ma femmina.
Una madre non può che nuocere ai suoi figli se fa di loro l'unico scopo della sua vita.
Una madre fa tutto per il figlio, ma non deve fare anche il figlio e la parte del figlio.
So che il padre t'è caro: amassi tanto la madre tu!
La mamma. Se si amassero abbastanza le persone che si amano, s'impedirebbe loro di morire.