La maternità è un carcere in cui vien chiusa la donna perché sia al riparo dalle tentazioni.
L'uomo lavora nella sua generazione, la madre nella futura.
Nessun affetto nella vita uguaglia quello della madre.
La madre è orgogliosa del figlio che è salito in alto, ma darebbe la vita per l'altro: per il figlio senza fortuna.
I volti delle madri sono nobili, sovranamente limpidi, allorché la purezza delle vite volontariamente innocenti le ha rinfrescate ai mille mattini dei sacrifici.
Immagina pure che ti siano destinati nella vita molti giorni terribili; il più terribile di tutti sarà il giorno in cui perderai tua madre.
Non sempre il tempo la beltà cancella O la sfioran le lacrime e gli affanni; Mia madre ha sessant'anni, E più la guardo e più mi sembra bella.
Dalle altre femmine, uno può salvarsi, può scoraggiare il loro amore; ma dalla madre chi ti salva?
Non esiste conforto per una madre che soffre. La maternità non conosce limiti e ragionamenti. La madre è sublime perché è tutta istinto. L'istinto materno è divinamente animale. La madre non è donna, ma femmina.
La mamma è la parte più femminile dei genitori.
Il bambino chiama la mamma e domanda: «Da dove sono venuto? Dove mi hai raccolto?». La mamma ascolta, piange e sorride mentre stringe al petto il suo bambino. «Eri un desiderio dentro al cuore.»