Ho scoperto la fede in Dio durante la mia prigionia.
La pace, che sogniamo, sarà possibile il giorno in cui ci sarà un atteggiamento diverso nei cuori.
Sono riuscita a perdonare, e non solo ai miei sequestratori. Ho perdonato anche quelli che erano prigionieri con me, con i quali talvolta ci sono stati momenti molto difficili.
Forse era una prigionia necessaria. Essa mi ha permesso di capire chi è Dio, di stabilire una relazione con lui, con molta ammirazione, molto amore ma - soprattutto - comprendendo chi è, attraverso la sua parola.
Piuttosto che credere all'illimitato progresso di una vita gigantesca, ritengo più razionale credere al controllo di un essere soprannaturale, di Dio, per esempio.
Aver paura del diavolo è uno dei modi di dubitare di Dio.
Iniziò la nostra amicizia con un dono. Me ne diede un'altro più bello: lo sguardo sul mondo attraverso gli occhi di Dio.
Se dio avesse voluto che credessimo in lui sarebbe esistito.
Soltanto l'inutilità del primo diluvio trattiene Dio dal mandarne un secondo.
Noi oggi stiamo verificando sperimentalmente che "dove non c'è Dio, non c'è neppure uomo".
Da trenta secoli si "dimostra" Dio, e non solo ancora non ne sono persuasi tutti, ma anzi i non persuasi sono cresciuti di numero. Ciò non vi dice nulla?
Era tutto nelle Sue mani adesso. E così era sempre stato.
Non credo in Dio, ma ho fede nella forza della vita. Scopro la vera eccitazione nella magia di un film, in un nuovo incontro, nella politica che cambia le cose, nei progetti che mi passano per la testa.
Forse Dio ha lanciato i dadi una volta di troppo e così ci ha fregati tutti.