Il bello è il simbolo del bene morale.
La ragione è condannata a porsi degli interrogativi ai quali sa di non poter rispondere.
Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di oggetti, ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti in quanto questa deve esser possibile a priori.
L'etica non è esattamente la dottrina che ci insegna come essere felici, ma quella che ci insegna come possiamo fare per renderci degni della felicità.
Esiste una causa morale del mondo, per proporci uno scopo finale, conformemente alla legge morale; e per quanto questo scopo è necessario, altrettanto necessario ammettere quella causa: cioè che vi è un Dio.
Virtù e felicità costituiscono insieme in una persona il possesso del sommo bene, per questo anche la felicità, distribuita esattamente in proporzione della moralità, costituisce il sommo bene di un mondo possibile.
La bellezza non è una qualità delle cose stesse: essa esiste soltanto nella mente che le contempla ed ogni mente percepisce una diversa bellezza.
Noi della bellezza crediamo materia la verità morale.
Non è vero che i belli siano poco intelligenti: sono i brutti, invece che hanno troppo sviluppato il cervello per compensare le deficienze estetiche.
Io amo la tua bellezza e la tua interiorità, amo quello che sei e quello che sei stata, ma soprattutto amo quello che sarai.
Informazione non è conoscenza, conoscenza non è saggezza, saggezza non è verità, verità non è bellezza, bellezza non è amore, amore non è musica. La musica è il meglio.
La bellezza si vede quando c'è qualche cosa dietro l'anima.
Infelice è colui che non consegue il Bello, il solo Bello. [...] Ciascuno diventi bello e simile al Dio se intende contemplare e Dio e il Bello.
Nulla è bello. Tutto dipende da chi guarda, la bellezza è versatile.
La bellezza è soltanto epidermica, la bruttezza arriva fino all'osso.
Una donna spiritosa è un tesoro, una bellezza spiritosa è un potere.