Il più virtuoso davanti a Dio non è necessariamente il più idoneo.
Ciò che viene detto sull'amore, sulla grazia, sul sorvolare e dimenticare, e così via, avrebbe potuto essere scoperto senza l'irradiamento di luce teologica?
Cristo non diventa vecchio con i vecchi, ma accompagna la loro vecchiaia con la sua continua fanciullezza e maturità.
Le cose che interessano Dio nella nostra obbedienza non sono quelle che ci sembrano facili, ma quelle che ci costano. Dio sottopone l'uomo a prove di carico, come un ingegnere con un ponte appena costruito.
C'è nella Chiesa una tendenza ancora più pericolosa: il superamento o lo svuotamento della fede mediante il sapere.
Il suo rifiuto non può che essere una profonda minaccia per la persona: non annienterà la persona nell'uomo, ma potrà sfigurare il suo volto fino a renderlo irriconoscibile.
Gli uomini sono eguali. Non la nascita, ma la virtù fa la differenza.
Una virtù che dona è la virtù più nobile.
E non c'è nessun individuo di nessun popolo che, se guidato dalla natura, non possa pervenire alla virtù.
La virtù è più perseguitata dai tristi che amata dai buoni.
Poiché vogliamo insegnare agli altri la via della virtù, incominciamo dall'entrarvi noi medesimi, e ci seguiranno.
La pazienza è la più eroica delle virtù giusto perché non ha nessuna apparenza d'eroico.
Una vita sociale sana si trova soltanto, quando nello specchio di ogni anima la comunità intera trova il suo riflesso, e quando nella comunità intera le virtù di ognuno vivono.
L'abnegazione non è una virtù: è soltanto l'effetto della prudenza sulla furfanteria.
L'onestà, come tante altre virtù, dipende dalle circostanze.
Virtù non luce in disadorno ammanto.