Chi de la gloria è vago sol di virtù sia pago.
O tiranno signore de' miseri mortali, o male, o persuasore orribile di mali, Bisogno, e che non spezza tua indomita fierezza...
Giustizia entro al tuo seno sieda e sul labbro il vero, e le tue mani sieno qual albero straniero onde soavi unguenti stillin sopra le genti.
Fugge la instabil Venere con la stagion dei fiori;ma tu, Lieo, ristori, quando il dicembre uscì.
Amor con l'età fervida convien che si dilegue; ma l'amistà ne segue fino a l'estremo dì. Le belle, ch'or s'involano schife da noi lontano, verranci allor pian piano lor brindisi ad offrir. E noi compagni amabili che far con esse allora? Seco un bicchiere ancora bevere, e poi morir.
Il tempo non si ferma ad ammirare la gloria: se ne serve e passa oltre.
Il desiderio di gloria è l'ultima aspirazione di cui riescono a liberarsi anche gli uomini più saggi.
La gloria di colui che tutto move per l' universo penetra e risplende in una parte più e meno altrove.
Lo studio non è lavoro ma la forma più gloriosa di gioco.
La gloria improvvisa è la passione che causa quelle smorfie chiamate risate.
La gloria la si deve acquistare, l'onore invece basta non perderlo.
La vigliaccheria chiede: è sicuro? L'opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto?
Perseveranza: una virtù inferiore mediante la quale la mediocrità consegue un successo inglorioso.
Così grande è la dolcezza della gloria che, a qualunque oggetto si riferisca, fosse pure la morte, la desideriamo.
Nel teatro la parola è doppiamente glorificata: è scritta, come nelle pagine di Omero, ma è anche pronunciata, come avviene fra due persone al lavoro: non c'è niente di più bello.