Ciò che mi aspetta è nella mia anima e nella musica alla quale mi abbandono come esperienza totale: senza confine.
Un uomo non può essere ebbro di un romanzo o di un quadro, ma può ubriacarsi della Nona di Beethoven, della Sonata per due pianoforti e percussione di Bartók o di una canzone dei Beatles.
Mi immagino il paradiso come un posto dove la musica folk si incontra con quella blues.
La musica esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio.
Dove le parole falliscono, parla la musica.
Grazie alla musica le passioni godono di se stesse.
La personalità è un elemento assolutamente essenziale per ogni vera interpretazione. Quando Rubinstein ci suona la Sonata appassionata di Beethoven, non ci offre solo Beethoven, ma anche sé stesso, e così ci offre Beethoven in assoluto.
La musica mi trasporta in un mondo in cui il dolore non smette di esistere, ma si allarga, si placa, diventa insieme più calmo e più profondo, come un torrente che si trasforma in lago.
Dopo aver suonato Chopin, mi sento come se avessi pianto su peccati che non ho mai commesso e mi fossi afflitto per tragedie che non ho mai vissuto.
Niente si può mettere bene in musica che non sia privo di senso.
Il rock, il jazz, non è altro che una traduzione dei suoni brutti e irrazionali dell'ambiente industriale in linguaggio musicale.