I poveri sono le brioches dell'anima.
Gli intellettuali. Questo risibile quinto stato.
Già il fatto che un libro sia un romanzo non depone a suo favore, è un connotato lievemente losco, come i berretti dei ladruncoli, i molli feltri dei killers, gli impermeabili delle spie.
Il problema della vita è quello di migliorare ininterrottamente, giorno dopo giorno, ora dopo ora.
Serve a qualcosa il paradiso? o la sua perfezione include l'inutilità?
Nello psicoanalista c'è una strana mescolanza del fool e del prete, direi del vescovo e del ciarlatano.
La povertà e le ostriche sembrano sempre andare in compagnia.
La felicità non viene dal possedere un gran numero di cose, ma deriva dall'orgoglio del lavoro che si fa; la povertà si può vincere con un sistema costruttivo ed è di fondamentale importanza combattere l'ingiustizia anche a costo della propria vita.
Nessuno di noi è povero se non desidera il superfluo e possiede il necessario, che per natura è assai poco.
Ogni bambino merita le migliori possibilità di riuscita, ognuno dovrebbe potere avere la possibilità di lavorare e nessuno dovrebbe crescere fra sofferenze e povertà. Io li definirei i principi associati ad ogni società civile e dignitosa.
I poveri sono i negri d'Europa.
I poveri hanno un grande potenziale evangelizzatore da darvi.
"Ricco no" - disse - "sono un povero con soldi, che non è la stessa cosa."
La povertà è una forma di halitosi sprirituale.
Povero non è chi ha poco, ma chi vuole di più.
Dovreste conoscere ciò che vuole dire povertà, forse la nostra gente ha molti beni materiali, forse ha tutto, ma credo che se guardiamo nelle nostre case, vediamo quanto è difficile trovare un sorriso e il sorriso è il principio dell'amore.