La felicità è come gli occhiali che cerchiamo mentre li abbiamo sul naso.
La Grazia, come l'acqua, sale dal basso. Se non si effonde nelle azioni più ordinarie non vi è speranza che inondi i momenti più alti di un'esistenza.
Ci sono due specie di giornalisti: quelli che si interessano a ciò che interessa il pubblico; e quelli che interessano il pubblico a ciò che gli interessa, e questi sono i grandi.
La televisione ci porta cose che inducono a pensare, ma non ci lascia il tempo per farlo.
Uno spirito, un'anima, un cuore soddisfatti sono recipienti pieni d'acqua: non ricevono più nulla che non rigettino subito.
Il successo è ottenere ciò che si vuole. La felicità è volere ciò che si ottiene.
Felici veramente sono coloro a chi una medesima occasione torna piú che una volta perché la prima lo può perdere o male usare uno ancora che sia prudente; ma chi non lo sa cognoscere o usare la seconda volta è imprudentissimo.
Le regole fondamentali per raggiungere la felicità sono queste: non maledirsi o disprezzarsi e non essere arrabbiati contro gli altri o contro l'universo. Questi rappresentano i due ostacoli principali.
Due infelicità, sommate, possono fare una felicità.
La felicità non consiste negli armenti e neppure nell'oro; l'anima è la dimora della nostra sorte.
L'uomo non conosce altra felicità se non quella che egli si va immaginando, e poi, finita l'illusione, ricade nel dolore di sempre.
Non con i beni corporei né con il denaro, ma con rettitudine e con saggezza, gli uomini diventano felici.
Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro.
Poiché gli uomini non sono riusciti a guarire dalla morte, dalla miseria e dall'ignoranza, hanno deciso di essere felici non pensandoci.
Abbiamo soltanto la felicità che siamo in grado di capire.