L'uomo è infelice perchè incontentabile.
Nessuna cosa maggiormente dimostra la grandezza e la potenza dell'umano intelletto, nè l'altezza e nobiltà dell'uomo, che il poter l'uomo conoscere e fortemente sentire la sua piccolezza.
Molti vogliono e condursi teco vilmente, e che tu ad un tempo, sotto pena del loro odio, da un lato sii tanto accorto, che tu non dia impedimento alla loro viltà, dall'altro non li conoschi per vili.
La vita debb'essere viva, cioè vera vita; o la morte la supera incomparabilmente di pregio.
Quando l'uomo non ha sentimento di alcun bene o male particolare, sente in generale l'infelicità nativa dell'uomo, e questo è quel sentimento che si chiama noia.
I beni si disprezzano quando si possiedono sicuramente, e si apprezzano quando sono perduti o si corre pericolo di perderli.
L'uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi.
Nessuno può farti sentire infelice se tu non glielo consenti.
La condizione dell'uomo poggia su buone basi: nessuno è infelice se non per sua colpa. Ti piace vivere? Vivi; se no, puoi tornare da dove sei venuto.
Nessuno è più infelice di un guardone in un campo di nudisti.
L'infelicità rende Dio assente agli occhi degli uomini per un certo tempo, più assente di un morto, più assente della luce in una prigione oscura.
Non c'è niente di più comico dell'infelicità.
Chi è più infelice dell'uomo che dimentica i benefici e ricorda i torti?
Ognuno è infelice nella misura in cui crede di esserlo!
Se infelice è l'innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.
Non esitono grandi scoperte nè reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice.