Tutto è o può esser contento di se stesso, eccetto l'uomo.
Tutti gli uomini per necessità nascono e vivono infelici.
La prosa per esser veramente bella (conforme era quella degli antichi) e conservare quella morbidezza e pastosità composta anche fra le altre cose di nobiltà e dignità, che comparisce in tutte le prose antiche e in quasi nessuna moderna, bisogna che abbia sempre qualche cosa del poetico.
L'animo umano è sempre ingannato nelle sue speranze, e sempre ingannabile: sempre deluso dalla speranza medesima, e sempre capace di esserlo: aperto non solo, ma posseduto dalla speranza nell'atto stesso dell'ultima disperazione.
La felicità è impossibile a chi la desidera.
Chi non ha uno scopo non prova quasi mai diletto in nessuna operazione.
Gli uomini preferirebbero essere maschi di razza inferiore piuttosto che femmine della propria.
Si è tentati di definire l'uomo un animale razionale che perde le staffe ogniqualvolta sia chiamato ad agire secondo i dettami della ragione.
L'uomo è come il vino: non tutti i vini invecchiando migliorano, alcuni inacidiscono.
Gli uomini sono nati gli uni per gli altri: dunque, insegna loro o sopportali.
L'uomo autentico vuole due cose: gioco e pericolo. Perciò vuole la donna, come il giocattolo più pericoloso.
Gli uomini di poche parole sono i migliori.
Non è vero che gli uomini buoni, quando diventano cattivi, siano cattivissimi. Sono pessimi attori che recitano una parte senza conoscerla.
Uomini. Insetti che si divorano gli uni cogli altri sopra un piccolo atomo di fango.
L'uomo crede di possedere la donna quando la possiede sessualmente, ma mai la possiede meno di allora.
Un uomo parlerà dei suoi problemi prima al suo Dio, poi al suo avvocato, poi al suo maggiordomo, e infine a sua moglie.