Perché filosofare quando si può cantare?
I fessi non hanno speranze. Non ne hanno bisogno. Per il fatto di essere fessi, tutto appare loro semplice.
Per riconoscere che non siamo intelligenti, bisognerebbe esserlo.
La sola cosa di cui sono sicuro è la mia ignoranza.
La vita, è sempre amore e cattiveria. La vita, sempre le stesse canzoni.
Domani è subito!
Sono pronto! Pronto al grande passo, baby!
Se non ti levi dal mio alluce finisci a cantare da castrato in qualche avanspettacolo.
Scrivo la canzoni pensando a emozioni molto comuni. Sono così universali che una folla di diecimila persone le può cantare per diecimila motivi diversi.
Camminavo cantando a squarciagola lungo i muri ammuffiti del convento delle Carmelitane Scalze, quando una scarpa mi raggiunse alla nuca. "Bugiarde!" gridai.
Quando più la cicala non s'ode cantare,/e le prime ombre e il silenzio della sera ci colgono,/quasi all'improvviso, una smania prende le gambe/e si corre sino a perdere il fiato,/nella fresca sera, paurosi e felici.
Non ho iniziato a cantare per diventare un giorno una star televisiva. Te lo vedi tu un Ozzy che presenta le previsioni del tempo?
Dio mi ha dato una voce per cantare, e quando si ha questo non serve nessun altro trucco.
Se la realtà potesse parlare non enuncerebbe formule di fisica ma canterebbe una canzone infantile.
Guarda invece che scienziati, che dottori, che avvocati, che folla di ministri e deputati! Pensa che in questo momento proprio mentre io sto cantando stanno seriamente lavorando!
In fondo mi chiedo se il vero movimento del mondo non sia proprio il canto.