Si parla poco quando non è la vanità a farci parlare.
La vendetta procede sempre dalla debolezza dell'animo, che non è capace di sopportar le ingiurie.
L'assenza attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi, come il vento spegne le candele e ravviva l'incendio.
Noi non possiamo amare nulla se non in rapporto a noi, e non facciamo che seguire il nostro gusto e piacere quando preferiamo i nostri amici a noi stessi. Eppure è solo in virtù di questa preferenza che ci può essere vera e perfetta amicizia.
La felicità sta nel gusto e non nelle cose; si è felici perché si ha ciò che ci piace, e non perché si ha ciò che gli altri trovano piacevole.
La cortesia è il desiderio di essere ricambiati e di essere considerati gentili.
Se una donna si guarda spesso allo specchio, può darsi che non sia tanto un segno di vanità, quanto di coraggio.
Se non proprio col respiro, la vanità nasce con la stazione eretta.
In genere è consigliabile palesare la propria intelligenza con quello che si tace piuttosto che con quello che si dice. La prima alternativa è saggezza, la seconda è vanità.
Vi sarebbe un modo per risolvere tutti i problemi economici: basterebbe tassare la vanità.
Gratta la modestia del grande uomo, e verrà fuori la vanità della sciantosa.
La vanità non è altro che l'esser sensibili alla eventuale opinione degli altri su di noi. L'orgoglio nell'essere insensibili ad essa.
Credilo fermamente: tutto è vanità quello che non conduce a santità.
La virtù non andrebbe molto lontano se non fosse accompagnata dalla vanità.
Umanità vanitosa, che, non potendo della virtù, ti glorii del vizio!
La vanità è per gli imbecilli una potente fonte di soddisfazione. Essa permette loro di sostituire alle qualità che non acquisteranno mai, la convinzione di averle sempre possedute.