L'arte è il culto dell'errore.
I mezzi per sviluppare l'intelligenza hanno aumentato il numero degli imbecilli.
Meglio non fare niente che fare qualunque cosa.
Il desiderio svanisce se possedete. Non dovete possedere nulla.
L'arte è un farmaco per gli imbecilli.
I miei pensieri mi dicono dove mi trovo, ma non mi indicano dove vado.
Attraverso l'arte noi esprimiamo la nostra concezione di ciò che la natura non è.
C'è un'"arte", che s'impara vivendo. È l'arte del non fare.
L'arte e la matematica sono solo due facce della stessa litografia.
Le arti, quando sono sane, sono succinte.
L'arte! l'arte! che bella cosa questa vanità.
L'arte è un'attività umana il cui fine è la trasmissione ad altri dei più eletti e migliori sentimenti a cui gli uomini abbiano saputo assurgere.
L'arte non chiede mai a nessuno di fare nulla, di pensare nulla, di essere nulla. Esiste come esiste l'albero, si può ammirare, ci si può sedere alla sua ombra, si possono coglierne banane, si può tagliarne legna da ardere, si può fare assolutamente tutto quel che si vuole.
La differenza tra l'arte e la vita è che l'arte è più sopportabile.
L'arte è un appello al quale troppi rispondono senza essere stati chiamati.
L'arte è il concreto articolo di fede e aspettativa, la realizzazione di un mondo che altrimenti sarebbe poco più di un velo di inutile consapevolezza teso su un golfo di mistero.