Gli odi insanabili sono sempre quelli di famiglia.
Solo la fama e con essa il reddito rendono "professionale" lo scrittore. Fino a che resta oscuro, appare agli occhi dei conoscenti e degli stessi famigliari nulla più che un innocuo e scontento "amateur".
La gentilezza espressa a 360 gradi nasconde negli uomini maturi un disprezzo "sferico" per i loro simili e per tutto ciò che li contiene.
Ciò che è brutto è sempre duraturo. Il bello segue la moda.
L'etimologia in disaccordo con la logica. Chiamiamo animali gli esseri viventi ai quali neghiamo la proprietà di un'anima.
Il lettore nutrito di buone letture diventa l'involontario ma impietoso testimone dei plagi di cui si nutrono i nuovi libri. Perciò è guardato con rancore dai giovani scrittori.
Solo attorno a una donna che ama può formarsi una famiglia.
Le famiglie felici si somigliano tutte; le famiglie infelici sono infelici ciascuna a modo suo.
Quando entriamo nella famiglia, con l'atto di nascita, entriamo in un mondo imprevedibile, un mondo che ha le sue strane leggi, un mondo che potrebbe fare a meno di noi, un mondo che non abbiamo creato. In altre parole, quando entriamo in una famiglia, entriamo in una favola.
Riceviamo dalla nostra famiglia così le idee di cui viviamo come la malattia di cui moriremo.
La famiglia è uno stato che riceve autorità dalla noia, dalle convenienze e dalla paura di morir soli in casa.
Si soffoca in ogni famiglia che non sia la propria. Anche nella propria si soffoca, ma non lo si nota.
Queste famiglie! Tutte uguali, eppure ciascuna così fiera di sé!
La famiglia è la patria del cuore.
Felice quella famiglia che, senza possedere grandi ricchezze, tuttavia non soffre la povertà.
La più grande unità sociale del paese è la famiglia. O due famiglie: quella regolare e quella irregolare.