Colpo di fulmine: sintagma usato solo in associazione all'innamoramento. L'esperienza insegna che l'uso sarebbe assai più appropriato per il disinnamoramento.

Francesco Burdin
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La nostra interpretazione

L’osservazione mette in discussione un luogo comune romantico: l’idea dell’innamoramento improvviso, travolgente, vissuto come un lampo che illumina e sconvolge la vita. L’esperienza concreta dei rapporti affettivi mostra invece quanto spesso il vero “strappo” emotivo non coincida con l’inizio dell’amore, ma con la sua fine. L’innamoramento, pur potendo nascere rapidamente, tende a essere percepito come dolce, desiderabile, quasi salvifico. Il distacco, al contrario, può arrivare altrettanto all’improvviso, ma è carico di disincanto, delusione, lucidità dolorosa. Il gioco sul linguaggio evidenzia quanto la cultura romantica idealizzi l’inizio e censuri la violenza emotiva della conclusione. Si suggerisce che il vero lampo, quello che squarcia le illusioni e produce uno shock interiore, è la presa di coscienza che un sentimento è venuto meno, che non si ama più o non si è più amati. Questo rovesciamento ironico mostra come l’amore non coincida solo con la sua nascita, ma anche con il modo in cui finisce, rivelando la fragilità dei legami e l’ambiguità delle emozioni umane. In questo senso, il vero terremoto interiore è spesso il disinnamorarsi, non l’innamorarsi.

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