Vivere è l'arte di diventare quello che si è già.
Ho capito in quell'istante di essere veramente innamorato, ma nel senso della parola inglese: "in love". Forse non eravamo nemmeno due persone innamorate l'una dell'altra, ma innamorate di ciò che ci univa.
La cosa importante è ciò che mi ha insegnato. Lei non era e non è il mio tesoro ma gli strumenti per trovarlo. Lei è il cartello che indica la strada.
Magari in una storia di cinque anni si è stati innamorati e ci si è amati solamente per due, o tre, o quattro. Per questo la qualità di una storia non può essere misurata dalla durata. Non conta il quanto, ma il come.
Mi spaventa la quantità di dolore che si può dare a chi si lega a te. Il senso di potenza quando ti accorgi che puoi distruggere la persona che ti ama.
A volte è il nostro talento che ci penalizza.
Non posso vivere né senza te né con te.
Non si può dire di aver vissuto se prima non si è provato ciò che è proibito.
Non si può scegliere il modo di morire. E nemmeno il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora.
Viene un momento in cui qualcosa si spezza dentro, e non si ha più né energia né volontà. Dicono che bisogna vivere, ma vivere è un problema che alla lunga conduce al suicidio.
Se vivere senza cercare ciò che si è rappresenta un accecamento soprannaturale, è ben terribile vivere male credendo in Dio.
La felicità è vivere e io sono per la vita.
L'uomo vuol vivere comodamente e piacevolmente; ma la natura vuole ch'egli esca dallo stato di pigrizia e di inattiva soddisfazione ed affronti lavoro e fatiche per inventare i mezzi onde ingegnosamente liberarsi anche da queste ultime.
A ben considerare, il nostro cosìdetto senso di vivere non consisterà, forse, nella previsione di poter ripetere infinite volte ciò che una volta campiamo?
Se vogliamo, possiamo vivere in un mondo di illusioni confortanti.
L'uomo preferisce vivere male cent'anni che bene cinquanta.